Foto.Landi

Progetto “Una canzone dolce come un sogno” – Divieto di scarico!

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grafica originale e esclusiva dedicata alla ns. onlus da Francesco Musante 

Scheda tecnica e obiettivi del progetto

UNA CANZONE  DOLCE COME UN SOGNO

Episodio uno

La nave dalle ali dorate

Premessa e descrizione: il “progetto culturale ” portato avanti dalla nostra onlus è  finalizzato ad una raccolta fondi 2010/2011, per sostenere i vari interventi dell’onlus, tra i quali spicca quello in fase di attuazione e rinnovo ( siamo al terzo anno)  presso la Polisportiva Terraglio di Mestre. In “Un sogno dolce come una canzone” abbiamo cercato di affrontare “in modo non convenzionale” il tema della disabilità, presentandola possibilmente in forma “digeribile” al mondo giovanile, a partire dalla scuola, e questo grazie al linguaggio musicale e multimediale.

Cercheremo anche di mettere in piedi degli eventi dove i diversi artisti, che hanno tutti riflettuto attorno ad una stessa base di partenza e ispirazione, possano anche confrontarsi tra loro e con il pubblico. Si cercano quindi collaborazioni, a 360 gradi, nel mondo della musica, dell’arte e della cultura, con il preciso intento di impattare – attraverso la forza del mezzo artistico – sui modi di trattare, vivere e convivere con la disabilità nei vari ambiti sociali.

La forte spinta iniziale all’intero progetto si incentra sulla realizzazione di una cartella d’arte grafica, a cura di Claudio Barbato, e ispirata al testo di Hendrix: Castles Made of Sand /ragazza in carrozzina/disabilità/, che raccoglie una grafica di Francesco Musante (titolata: “Un sogno dolce come una canzone”), in empatia con una foto di Diego Landi. Questa cartella conterrà anche un CD musicale dove amici musicisti  hanno rielaborato, con il loro gusto originale e la loro magica arte, il pezzo hendrixiano, ogni pezzo sarà dedicato a nostri giovani disabili, figli, fratelli e amici, e vi saranno dei testi di esperienze e considerazioni sui problemi della disabilità, che poi confluiranno anche nella predisposizone della mostra multimediale “Divieto di Scarico”.

Ulteriori sviluppi

La mostra multimediale itinerante: raccoglie foto ancora di Diego, con interventi grafici di vari autori. Siamo in una dimensione di rapporto fantastico con la disabilità, giocata sempre sull’onda del testo hendrixiano a cui abbiamo abbinato – come fonte di ispirazione – la splendida canzone e potente testo di “Extraterrestre” di Eugenio Finardi, con incursioni anche su altre canzoni come “Little Wing” o ” Hard Sun” di Vedder, sia per il contenuto poetico dei  testi, sia per le sonorità, che bene si adattano al “mondo duro” della persona disabile e delle loro famiglie.

La “ mostra multimediale” nei nostri intenti ( e fondi permettendo), è finalizzata a girare nel mondo della scuola , nel sociale … una mostra itinerante. Invece con il materiale musicale raccolto ci prefiggiamo di produrre  un CD musicale collocato all’interno della cartellina Musante-Landi e ulteriori copie per una distribuzione di fund-rising.

Episodio due : Extraterrestre

Auspicando un gradimento e un intervento di Eugenio Finardi al progetto stesso, pensiamo di riproporre, come “episodio due”, una nuova cartella grafica e multimediale basata questa volta su una delle canzoni storiche di Eugenio: “Extraterrestre”.

Un particolare interesse riveste per la nostra onlus una proposta di interazione con un gruppo di studenti dell”Istituto d’Arte, ma anche di altre scuole e/o realtà di ricerca multimediale nel territorio, per valutare la possibilità di realizzazione di un “corto”. Si tratta di proporsi a realtà giovanili intraprendenti, con la volontà di mettere in luce tematiche e disagi spesso nascosti dal sfavillante e fatuo strapotere della società “spettacolare”.  Sono previsti e saranno organizzati dei concerti, dei reading e degli eventi di pubblicizzazione del progetto, con lo scopo – non secondario – di raccolta fondi, sia per finanziare il presente progetto culturale e la mostra intinerante, sia per dare continuità e sviluppo ai progetti dedicati ai bambini disabili gravissimi e di sostegno alle loro famiglie, già in atto da anni a cura della nostra onlus. Maggiori informazioni si possono trovare nel ns. sito istituzionale: www.handicapfacilitazione.it., che anche nel 2009 è stato premiato – secondo classificato – nel concorso “ Polo Est-Ente Provincia di Venezia”,  tra i siti delle associazioni no-profit operanti nella rete provinciale .

Una canzone dolce come un sogno (castles made of sand/extraterrestre/Divieto di Scarico).

Le due tavole grafiche : una del maestro Francesco Musante (titolata “Una canzone dolce come un sogno”) e l’altra basata su una foto di Diego Landi, entrambe ispirate a Castles Made of Sand, sono pronte. Questo materiale andrà in stampa entro gennaio 2010; quindi alla firma autografa degli autori e al confezionamento definitivo con i testi. Il tutto con una tiratura limitata di 200 cartelle-grafiche progettate dallo stampatore, grafico d’arte e amico Claudio Barbato.

Il CD musicale: le cartelle avranno al loro interno anche una tasca-CD dove verrà inserito un cd-musicale contenete vari interessantissimi e originali arrangiamenti dello stesso pezzo hendrixiano “Castles Made of Sand”.

Ecco i musicisti che hanno partecipato: (aprile 2010)

1) – il cammeo-pianistico eseguito in solo da Michele Bonivento ;

2) – un altro “castles” di Michele con la violinista Aurora Bisanti ;

3)- “Annie and the Obsolets” (Anna Saretta voce; Simone Beggio tastiere; Marco Finco chitarre);

4) – il “Castles” di Angela Milanese e Maurizio Nizzetto ;

5) – il tributo di Maurizio Tiozzo Trio (Maurizio Tiozzo chitarra);

6) – il tributo di CANZONI CON IL CONTRABBASSOValeria Bruniera (voce) Filippo Tantino (contrabbasso);

7) – un contributo al sitar del grande amico e maestro Aldo Tagliapietra;

8) – il “Castles” di Elisa Meo Trio con Elisa Meo (voce), Nicola Dal Bò (organo Hammond), Marco Carlesso (Batteria), Beppe Pilotto (contrabbasso) Fabrizio Rispoli (guitar) ;

9) – interventi in-solo di Bebo Baldan, che sarà anche il supervisore e curatore artistico (musicale e di multimedialità) del progetto musicale;

10) il “castles” di Francesco Boldini e Valli Boldini ;

11) il castles di Duo di Cocco Marinoni(chitarra) e Davide Drusian(voce);

12) il castles di Francy Nassuato Supervisione Michele Bonivento

13) il “castles” di Lino Brotto e Martina Agostini;

14) il “Castles” della cantante Mirta MAGNOLER, voce: Gianni BALLARIN, chitarra; Roberto SCARPA, tastiere, mix&editing ;

15) il “castles” di Franco Scoblar scoblues;

16) il “castles” di Gianni Facca;

17) il “castles di Davide Baldo e Ilaria Lena

18) Fabio Koryu Calabrò infine ci ha regalato un castello di sabbia con ukulele e testo in italiano

Il tutto con il limite dei 74 minuti di durata ………

I musicisti che ne facciamo richiesta potranno appoggiarsi allo studio di registrazione e prove, di Matteo GaggiatoAssociazione Culturale “Groove” di Casale sul Sile .

 

Ulteriori sviluppi:  attraverso una o più associazioni culturali no-profit, puntiamo a presentare dei progetti di sviluppo della “musica giovanile” (intesa anche come “ponte tra le generazioni”, educazione alla convivenza e difesa dei diritti dei più deboli, a partire dai bambini disabili e le loro famiglie), per cui, da subito chiediamo, una manifestazione di interesse da parte di chi fosse interessato. (www.handicapfacilitazione.it)

 

MOSTRA FOTOGRAFICA di DIEGO LANDI: “DIVIETO DI SCARICO”

COMUNICARE per educare SULLA DISABILITA’ E IL DISAGIO SOCIALE attraverso le forme artistiche.

E in preparazione una mostra di foto di Diego Landi (con eventuali interventi di grafici e pittori). La mostra viene concepita come “itinerante” che getti luce sulla disabilità ed il disagio e sia principalmente rivolta al mondo giovanile e della scuola.

Dati OMS: 1 giovane su 5 soffre per problemi collegati al disagio mentale ….

Secondo il filosofo Gallimberti viviamo in un mondo che distrugge l’identità basata sulle relazioni, a loro volta basate sull’essere in 2 …. L’individualismo oggi dominante invece è basato sull’1 …. La relazione con gli altri è fondata sull’utilizzabilità dell’altro, per giocarlo nel “mercato”;  “vale la pena di conoscerlo e relazionarsi, solo se l’altro, il due può esserci utile! Così si va verso il naufragio delle relazioni sociali e del benessere. Allora ben venga la “nave/astronave dalle ali dorate”, che ci traghetti verso un pianeta basato sull’essere e non sull’avere, e ci faccia uscire dall’osceno mondo dell’apparire, con la sua insulsa “immagine di bellezza” dominante … dove la disabilità è un inquietante contraltare e offuscamento. Ancora una volta il bambino disabile e le sue necessità, possono essere una “stella polare” che mostri la rotta per una possibile via di uscita da questa invivibilità. Il bambino disabile è il primo ad incontrare dopo la disabilità anche il disagio sociale e il border-line mentale: questa seconda stimate non è dovuta. Si presenta a seguito della disabilità perché costretto a vivere nella relazione dell’uno, se stesso e la famiglia, quando resiste….. Sarà destinato, ben che vada, a vivere in una “campana di vetro”, perché la fuori “ c’è un grosso e duro sole, che picchia sulla gente…” (cit. hard sun vedder), per cui il percorso emancipatorio della persona disabile e una possibile via di emancipazione per tutti ….. e non potremo che essere aiutati in questi viaggi, dalle navi e dalle astronavi dalle ali dorate di Hendrix e Finardi.

LA NOSTRA SOCIETA’ SPETTACOLARIZZATA TENDE  A TRATTARE, NEL MIGLIORE DEI CASI, CON FASTIDIO LA DISABILITA’. BEN ALTRI SONO I CANONI DI BELLEZZA E GRADEVOLEZZA IMPERANTI E CHE AGEVOLANO L’ACCESSO E L’ACCETTAZIONE  ED INTEGRAZIONE DELL’INDIVIDUO NEI GRUPPI, TRA  I GIOVANI, NEL SOCIALE .. MA PERFINO NEL LAVORO E NELLA POLITICA ……. PURA ILLUSIONE: TUTTI NOI PRIMA O POI, INCONTREREMO LA DISABILITA’ E IL DISAGIO, DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE (POCHISSIMI), ANCHE ATTRAVERSO LA DISABILITA’ DI NOSTRI CARI … E  ALLORA? LA DISABILITA’ E’ NORMALITA’! CHI LA RIFIUTA, LA NASCONDE, LA ALLONTANA, LA TRATTA CON PIETISMO ESTERIORE, ASTIO, RIPREZZO,  E’ …  MOLTO BISOGNOSO DI CURE.

Frammento n. 30 da “La società dello spettacolo” ( 1967 Guy Debord 1931-1994)

“L’alienazione dello spettatore a beneficio dell’oggetto contemplato (che è il risultato della sua stessa attività incosciente) si esprime così: più egli contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la sua propria esistenza e il suo desiderio. L’esteriorità dello spettacolo in rapporto all’uomo agente si manifesta in ciò, che i suoi gesti non sono più suoi, ma di un altro che glieli rappresenta. E’ la ragione per cui lo spettatore non si sente a casa propria da nessuna parte: lo spettacolo è dappertutto.”

Sandro lazzaroni sos handicap bambini invisibili onlus

email: retedisabili@libero.it; cell 3471007015

CAMPAGNA RACCOLTA FONDI 2009/2010

La sezione culturale di SOS HANDICAP BAMBINI INVISIBILI ONLUS

“DIVIETO di SCARICO”

presenta

Un sogno dolce come una canzone

IMMAGINI DI DISABILITA’ ISPIRATE DA “CASTLES MADE OF SAND” di J. HENDRIX E “EXTRATERRESTRE” di E. FINARDI

“ There was a young girl whose heart was  a frown,‘cause she was crippled for life and she couldn’t speak a sound. And she wished and prayed she could stop livin’, So she decided to die. She drew her wheelchair to the edge of the shore, And to her legs she smiled, “You won’t hurt me no more.”But then a sight she’d never seen made her jump and say,“Look, a golden winged ship is passing my way”.And it really didn’t have to stop, it just kept on going.And so castles made of sandSlips into the sea, eventually.”da “Castles Made of Sand” J. Hendrix 1967

C’era una giovane ragazza dal cuore disgustatoPerché era paralizzata e non riusciva a parlareE lei pregava e  sperava che la vita finisseCosì decise di morireSpinse la sua sedia a rotelle fino a dove il mare incontra la spiaggiaE sorrise alle sue gambe. “NON mi farete più soffrire”Ma poi uno spettacolo mai visto prima la fece sobbalzare e dire:“Guarda, una nave con le ali d’oro mi sta passando davanti”.E quella non dovette fermarsi, ma solo continuare ad andare.E così i castelli di sabbiaScivolano nel mare, alla fine”.

(the edge of the shore)

Ero già hendrixiano nel 1987, un hendrixiano maturo di 36 anni ….in quell’anno ridiventai padre e incontrai il muro della disabilità. La disabilità di mia figlia. Non avrei mai pensato che, dopo molti anni, leggendo una traduzione di Castles Made of Sand, avrei intuito un magico ponte tra musica e disabilità … proprio quello che può servire per raccontare in maniera non convenzionale questa diffusa forma dell’esistenza umana.

Prima di quell’anno, 1987, questa condizione umana non era mai stata, per me, motivo di una qualche approfondita riflessione. Solo forse un qualche ricordo infantile del mio sguardo sfuggente ed impaurito al coetaneo che lanciava strani urli, si dimenava e sfibrava in un corpo disarticolato…. Tanto meno avrei mai sospettato che immagini simili potessero essere presenti in una canzone di uno dei miei idoli musicali: Jimi Hendrix.

Di Lui mi sembrava di sapere tutto, conoscevo molti aspetti, per lo più stereotipi: il chitarrista innovativo, inimitabile e divino, l’allucinato, il sognante, il sex-simbol …. il drogato. Era la classica icona dell’artista geniale e autodistruttivo (insieme a Janis Joplin e  Jim Morrison), venuto da una dura infanzia, che per tragica predestinazione, alla fine, spreca la sua giovane vita all’apice del successo …. scivolando nell’abisso….. Non avrei mai pensato che in una sua canzone avrei potuto ritrovare poetiche parole che cantano la disabilità, rendendola: sogno musicale!

“Spinse la sua sedia a rotelle fin dove il mare incontra la spiaggia. E sorrise alle sue gambe…”

E’ la madre di Jimi, poco prima di morire alcolizzata, quella ragazza in sedia a rotelle, mentre per me è la mia bella e vivissima Alice, mia figlia.

“ La madre di Hendrix, Lucile muore a seguito dell’alcolismo nel 1958, Jimi era nato il 27 novembre del 1942,  ….. quando incontrò Jimi ed il fratello Leon in ospedale per l’ultima volta, a seguito di un ricovero per un’epatite mortale,  era in carrozzella e i ragazzi rimasero scioccati quando la videro  pallida ed in carrozzella ….. Anni dopo , Jimi avrebbe scritto la sua canzone più autobiografica, “Castles made of sand, in cui faceva riferimento a una donna su una sedia a rotelle il cui “cuore era affranto”: “ Quella strofa parla di nostra madre” afferma Leon, fratello di Jimi.  La canzone comincia con una lite domestica, e la donna sbatte la porta in faccia al marito ubriacone. Più avanti racconta di un ragazzino che gioca nei boschi, facendo finta di essere un capo indiano ( Jimi ha origini Cherokee da parte della nonna materna …). Nel terzo verso della canzone c’è una  giovane ragazza paralizzata  che alla fine decide di togliersi la vita gettandosi da un dirupo nell’oceano e dicendo alle proprie gambe al momento del salto: “Non mi farete più male”. Poi la ragazza viene colta da un sobbalzo alla visione di una “nave dalle ali dorate” che la raccoglie….  Jimi termina la canzone con un verso sullo scorrere del tempo, usando l’immagine dei “castelli di sabbia che si sciolgono nel mare … inevitabilmente.”

Da “La stanza degli specchi”, di C.R. Cross:  La vita, I sogni e gli incubi di Jimi Hendrix; Edizioni Kowalsky 2006

La nave dalle ali dorate ……

 

“Sono 650 milioni i disabili nel mondo, oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la seconda regione dopo la Lombardia. Sono vittime di malattie congenite o acquisite, traumi psichici, incidenti sul lavoro e sulla strada, tumori. Proprio perché temuta, la disabilità è rifiutata, la sua vista disturba e inquieta. L’handicap è un trauma che sconvolge i corpi, le soggettività, le relazioni degli individui e del mondo circostante. l’Handicap è lutto della perdita della “normalità”, non una menomazione, ma una specifica condizione umana. Non esiste handicap senza sguardo sull’handicap. Questo sguardo è pieno di pregiudizi, pietismo provati dai “normali” sui disabili e dai disabili su se stessi: qui si creano e alimentano il rifiuto e l’emarginazione.” (da LA TERZA NAZIONE DEL MONDO di MATTEO SCHIANICHI – SERIE BIANCA FELTRINELLI GENNAIO 2009)

A questa emarginazione, efficacemente descritta da Matteo Schianchi nel suo saggio, si contrappone la capacità innata di resistere e vivere del bambino e del giovane disabile. Con questo intervento artistico e comunicativo multimediale ci riproponiamo di aiutare questa “resilienza” a fare un salto di qualità per essere qualcosa di più della “semplice forza di opporsi alla distruzione”, non solo quell’insopprimibile sentimento di proteggersi e proteggere isolandosi dalle circostanze negative. La “capacità di resistere” va trasformata in “capacità di reagire”, di sfondare il muro delle difficoltà,  trasformando la resistenza al dolore in voglia di costruire, mettendosi in gioco all’interno della rete complessa delle relazioni sociali in cui le persone disabili e le loro familgie sono immerse. E’ un mettersi in gioco mettendo in gioco gli altri. E’ in quella fitta trama di punti di incontro, che compone il nostro spazio-vissuto, che vanno imboccate e percorse, anche con nuove forme di creatività, strade, finora nell’ombra, di emancipazione delle persone disabile e di chi le assiste, destando una diversa attenzione e considerazione da parte di chi li incontra, spesso ignorandoli con un fondo di paura.

Con “Un sogno dolce come una canzone“, proviamo allora a sviluppare la suggestione che Jimi Hendrix ci dona nel suo “Castles Made of Sand”, consapevoli della forza comunicativa che si sprigiona dall’esplorare con i linguaggi dell’arte il territorio della disabilità, generando nel contempo uno sprazzo potente di luce e visibilità.

Il risultato sperato è che questi momenti artistici in forma “multimediale” sappiano far si che l’osservatore, l’ascoltatore intravedano e comprendano come ci sia un bisogno profondo di relazionarsi ed entrare in contatto con questo stato dell’esistenza umana, la disabilità, spesso lasciato ai bordi del vissuto quotidiano.

“E’ povera quella vita associata che riesce a convivere con situazioni di estrema difficoltà senza preoccuparsene troppo”.

Solo spalancando gli occhi, proprio come all’apparire di quella “nave con le ali dorate”, sarà possibile comprendere meglio il grande messaggio civico e di amore presente nelle esperienze di cura della persona disabile.

EPISODIO DUE

“Extraterrestre portami via

voglio una stella che sia tutta mia

extraterrestre vienimi a cercare

voglio un pianeta su cui ricominciare”

Può forse la nave dalle ali dorate, che a noi piace anche pensare come astronave in rotta verso il “pianeta su cui ricominciare”, essere una rilucente metafora di accoglienza per tutti noi?

Potrebbe magari trasportarci, come canta Eugenio Finardi, su un altro pianeta? Su una stella che sia tutta nostra? Salvo poi accorgerci che su quella stella, anche se bella, non si può però vivere da soli?

Questi non sono forse i “sogni ad occhi aperti” dei genitori di bambini con disabilità grave, e di molti di loro? E’ a loro che io voglio dedicare quella frase, del resto Io e Eugenio siamo tra loro, perché genitori di giovani disabili.

Noi genitori di figli con disabilità grave siamo inesorabilmente spinti a rinchiuderli in “campane di vetro”, ad isolarli in un “altro pianeta”, distanti e separati dal mondo inospitale che li e ci circonda.

Poi però, per molti di noi, subentra la consapevolezza, specie quando intravediamo l’avvicinarsi anche della nostra disabilità, della nostra fine …….. che per far star bene i nostri figli, per dar loro un futuro, oltre di noi,

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